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MONDO

Usa 2020

Trump: "La Corte Suprema ci ha davvero deluso". Il presidente dopo bocciatura del ricorso del Texas

"Un grande e vergognoso errore giudiziario" e "abbiamo appena cominciato la lotta", scrive su Twitter. Raduno a Washington dei sostenitori di Trump

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Attivisti Trump (AP Photo/J. Scott Applewhite)
"La Corte Suprema ci ha davvero deluso. Nessuna saggezza, nessun coraggio!". Così il presidente Usa Donald Trump su Twitter, commentando la bocciatura da parte del massimo organo giudiziario federale di un disperato tentativo di ottenere il ribaltamento del risultato delle presidenziali del 3 novembre e bloccare l'elezione di Joe Biden.

"Un grande e vergognoso errore giudiziario". Così il presidente Usa Donald Trump ha definito successivamente, sempre su Twitter, la decisione di rigettare il ricorso presentato dal Texas. "Il popolo degli Stati Uniti è stato ingannato e il nostro Paese è caduto in disgrazia", ha scritto. "Abbiamo appena cominciato la lotta", ha aggiunto in un tweet successivo.

Twitter disabilita Trump
Donald Trump continua, quindi, con una serie di un tweet a sostenere di avere vinto le elezioni a valanga in termini di "voti legali" e non di "falsi elettori e brogli che miracolosamente sono arrivati da ogni parte". Stavolta, però, Twitter non si limita a segnalare il contenuto, ma blocca quasi tutte le interazioni possibili col tweet del presidente Usa. "Proviamo a limitare la diffusione di tweet che violano le Regole di Twitter (come questo), perciò abbiamo disabilitato quasi tutte le funzioni di interazione. Se vuoi parlarne, puoi sempre ritwittare e aggiungere un commento", è la spiegazione del social network. L'unica possibilità di interazione consentita è quindi quella del retweet.

Protesta a Washington
"Wow! Migliaia di persone si stanno radunando a Washington (DC) per Stop the Steal (Ferma il furto). Non lo sapevo, ma li vedrò!", scrive su Twitter il presidente Usa mentre i suoi sostenitori si stanno radunando nelle strade della capitale per protestare contro l'esito delle elezioni presidenziali.

Ricorso respinto
La Corte Suprema ha respinto il ricorso presentato dallo Stato del Texas ed appoggiato da Trump e da un folto gruppo di eletti repubblicani, in cui venivano contestati i risultati delle presidenziali in Georgia, Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, motivando con l'allungamento dei tempi del voto postale.

"La Corte Suprema degli Stati Uniti ha giustamente respinto la finta causa dei Repubblicani per ribaltare la volontà di milioni di elettori americani". Lo scrive sui social la Presidente della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi. Per Pelosi "i 126 deputati repubblicani che hanno firmato questa causa illegale e antidemocratica hanno portato disonore alla Camera".

Il verdetto della Corte Suprema di fatto azzera le possibilità per Trump di ribaltare il verdetto dell'urna a suo favore. Il prossimo 20 gennaio sarà il democratico Joe Biden ad insediarsi.   

Il massimo organo giudiziario degli Stati Uniti, con una sentenza di appena una pagina, sostiene che cade fuori dalla giurisdizione del Texas la modalità con cui gli altri Stati conducono il processo elettorale e quindi non vi sono le basi legali per il ricorso.

Nell'istanza presentata martedì scorso dello Stato della Stella solitaria, con l'appoggio di Trump e di oltre 100 parlamentari repubblicani, si denunciano Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin per l'estensione dei termini del voto per posta. I quattro Stati hanno chiesto alla Corte Suprema di respingere il ricorso e la loro richiesta è stata accolta.

Rudy Giuliani, avvocato personale del presidente Donald Trump, ha assicurato che la battaglia legale per sovvertire il risultato elettorale non è ancora finita. La decisione della Corte Suprema di bocciare  all'unanimità il ricorso presentato dal Texas per l'annullamento del voto in quattro Stati dove aveva vinto Joe Biden non sarà l'ultimo atto: "Il caso non è stato rigettato nel merito - ha spiegato Giuliani al canale tv Newsmax - Non abbiamo finito, credetemi. La risposta adesso sarà portare il caso alla corte distrettuale, su richiesta del presidente o di alcuni elettori in difesa del loro diritto costituzionale ad avere elezioni regolari".